Trappola per topi è lo spettacolo più replicato della storia del teatro ed è andato in scena per la prima volta a Londra nel lontano 1952. La durata dello spettacolo è di circa un’ora e tre quarti a cui si aggiunge un intervallo di venti minuti, minuto più minuto meno.
Trama
Inghilterra, anni Cinquanta. I coniugi Ralston decidono di avviare un’attività come albergatori e aprono una piccola pensione: la locanda di Villa Monkswell. Cinque clienti arrivano tutti in una sera mentre fuori imperversa una tempesta di neve. Tutti sembrano avere qualcosa da nascondere e sembrano essere collegati ad un omicidio avvenuto a Londra solo poche ore prima del loro arrivo alla locanda di Mollie e Giles. L’arrivo sugli sci del sergente Trotter spariglierà le carte e l’omicidio della signora Boyle darà il via alla ricerca dell’assassino tra i presenti a Villa Monkswell.
Cast-personaggi
Claudia Crisafio –Mollie Ralston-
Stefano Messina –Giles Ralston-
Carlo Lizzani –Christopher Wren-
Annalisa Di Nola –Signora Boyle-
Roberto Della Casa –Maggiore Metcalf-
Chiara Bonome –Signorina Casewell-
Sebastiano Colla –Signor Paravicini-
Massimiliano Franciosa –Sergente Trotter-
Commento
Comincio il commento dicendo che Trappola per topi mi è piaciuto molto sia sul piano interpretativo sia sul piano scenografico anche se ho trovato eccessiva la lunghezza di alcune scene. A parte questa pecca lo spettacolo merita assolutamente di essere visto.
Tra trama e interpretazioni
Lo spettacolo beneficia di una buonissima scrittura -del resto è tratto dall’omonimo testo di Agatha Christie– e riesce a catturare lo spettatore e a trascinarlo nella narrazione battuta dopo battuta. Qualche volta le scene vengono allungate troppo, a mio parere, ma lo spettacolo riesce sempre a “risvegliare” lo spettatore al momento giusto, poco prima che cada nella noia.
Le interpretazioni sono tutte molto buone e quella che mi ha colpito di più è stata quella di Stefano Messina -il protagonista maschile, nonchè regista-. Buona anche la chimica creata tra lui e l’interprete della moglie –Claudia Crisafio– anche se quest’ultima alle volte è un po’ troppo rigida e strutturata. L’interprete dell’assassino è bravo/a (non vi svelerò se è maschio o femmina) e riesce a non tradire mai la minima emozione.
Un giallo avvincente con tratti di commedia
Trappola per topi è un giallo molto ben costruito ma anche il divertimento è dietro l’angolo: non mancano scene molto simpatiche che riescono a strappare più di un sorriso agli spettatori. Il mistero piano piano si dipana e giunge ad una conclusione da batticuore. Mentirei se dicessi che non ero in ansia per la possibile terza vittima e mentirei anche se dicessi che durante le ultime scene non avevo il cuore che stava per uscirmi dal petto. Le sensazioni che ho provato sono sicuramente derivate dalla meravigliosa costruzione del giallo di cui vi ho già parlato sopra.
Il giallo si presenta, quindi, allo spettatore in maniera molto accattivante e alle persone sedute sulle poltrone non resta che tenere gli occhi incollati al palcoscenico per scoprire chi è il colpevole (e sarà un’impresa tutt’altro che semplice).
Un’esperienza a 360°
La cosa più sorprendente dello spettacolo, oltre alla voce che viene dal palco –a cui, credo, non mi abituerò mai-, sono gli odori ed i rumori. Entrare in teatro e, a sipario aperto, sentire il caldo/il freddo, l’odore dei mobili antichi, lo scricchiolio delle porte è una magia che difficilmente può essere ripetuta. Al cinema non avverrà mai nulla di simile e non posso che essere contenta perché il teatro si dimostra, ancora una volta, un’esperienza completa che merita di essere vissuta interamente.
Lo spettatore si sentirà parte di quella casa, trasformata in pensione, anche grazie alla ricostruzione minuziosa dell’ambiente. Ho apprezzato molto la scenografia perché mi ha permesso di entrare in un’altra epoca e in un altro mondo rispetto al mio. I divani, il caminetto, la radio, il telefono, tutto contribuisce alla creazione di uno spazio molto verosimile che, in quelle due ore di spettacolo, si trasforma un po’ nella casa di tutti gli spettatori.
Ma chi è l’assassino?
Tutto avviene davanti agli occhi degli spettatori, l’assassino entra, compie l’omicidio ed esce, il tutto a luci spente e con la musica ad alto volume a coprire un po’ il gesto, ma pur sempre davanti agli occhi di tutti. Eppure durante l’intervallo -collocato subito dopo l’omicidio- tutti si domandano: ma chi è l’assassino? Chi ha colpito sotto i nostri occhi? Il mistero viene svelato a tempo debito ma, nel frattempo, le teorie si sprecano e riaffiorano alla mente le altezze, i possibili moventi e chi più ne ha più ne metta.
A metà spettacolo i miei sospettati erano tre e alla fine nessuno dei tre si è rivelato il vero assassino. Ho iniziato ad intuire chi potesse essere, in maniera molto pallida, solo verso i tre quarti abbondanti dello spettacolo ma non ho mai avuto la certezza di saperlo davvero. Il nome dell’assassino -maschio o femmina che sia- non è uscito dalla bocca di nessuno spettatore fino a poco prima che venisse svelato e questo conferma il fatto che il giallo è davvero ben costruito.
La meraviglia di vedere bambini in sala
Questo paragrafo esula un po’ dal commento vero e proprio dello spettacolo ma ci tenevo a sottolineare la presenza di bambini e ragazzini in teatro. Trappola per topi viene consigliata anche ai bambini e io non posso che essere d’accordo: vedere dei piccoletti di 8-9 anni elaborare teorie anche complesse su chi potesse essere l’assassino è stato davvero magico.
Probabilmente sono stata l’unica dell’intera sala ad apprezzare la presenza dei bambini ma trovo che sia una gran bella cosa perché quei piccoli si sono portati a casa un’esperienza in più che forse li renderà dei frequentatori abituali del teatro tra qualche anno. Io ci spero perché il mondo teatrale ha bisogno anche dei ragazzi tra gli spettatori e non solo delle persone di mezza età.
Conclusioni
Consiglio Trappola per topi a tutti, anche ai bambini, perché la commedia insita nello spettacolo giallo riesce a smorzare la serietà di alcune scene e permette anche ai più piccoli di godere appieno dello spettacolo.
Avete visto questo spettacolo? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria