Tutta colpa di Freud è sicuramente un’idea vincente e – ben sviluppata – porta ad un prodotto audiovisivo notevole. In questo articolo vi parlerò del film del 2014 di Genovese e della serie tv Mediaset del 2021, che narrano di Francesco Taramelli, un analista di mezza età, alle prese con i problemi delle tre figlie.
Tutta colpa di Freud – Il film
I toni sono quelli leggeri della commedia, ma i temi trattati sono seri e importanti, dietro la maschera dell’intrattenimento si cela un film adulto e intelligente, sempre garbato e mai volgare che però sa far ridere, sorridere, divertire e anche un pò sognare, senza peccare di banalità e qualunquismo.
Sicuramente l’accoppiata Genovese-Giallini ci propone un film originale e ben collezionato. In bilico tra il comico e il profondo-esistenziale. Uno spaccato dell’Italia visto con gli occhi di un padre, oltre modo premuroso con le tre figlie.
Il risultato è un film sicuramente divertente e gradevole che ha la sua forza nella semplicità del racconto. Le interpretazioni convincono tutte, dal solito istrionico Alessandro Gassman, ad Anna Foglietta che fa la parte più difficile, quella di una lesbica alla ricerca di una nuova identità sessuale. La consueta sovrapposizione della musica giusta al momento giusto rende il film meno originale, ma semplificare la vita allo spettatore che va a vedere un film leggero fa parte del mestiere del cinema.
Tutta colpa di Freud – La serie
Diretta da Rolando Ravello e con protagonista Claudio Bisio, la versione seriale di Tutta colpa di Freud è disponibile su Prime Video. Premetto che ogni volta che leggo “Mediaset presenta”, stringo le dita e mi dico “non avere pregiudizi”… e anche questa volta, si rivela una mossa vincente, altrimenti avrei perso l’occasione di vedere un’interessante fiction italiana.
Viene rappresentato un contesto familiare atipico, in cui l’assenza della madre lascia segni profondi e in cui il padre, che di professione aiuta gli altri ma di base è un insicuro cronico, non riesce a smettere di preoccuparsi del destino delle figlie, tanto da finire a sua volta in psicanalisi1.
Nel film anche Claudia Pandolfi e Max Tortora, quest’ultimo in particolare capace di catalizzare la scena con la sua ottima interpretazione di amico e confidente, la controparte romana del contesto milanese del film.
La serie ha molto potenziale, soprattutto per quanto riguardano i temi della psiconalisi e dell’attualità (i social). Inoltre la sua struttura ad episodi predispone questa versione perfetta per approfondire le diverse tematiche che si presentano nelle relazioni tra i personaggi. Peccato però che attualmente la prima stagione, pensata per il pubblico televisivo di Canale 5, preferisca non affrontare le questioni più intricate e risolverle bonariamente con delle scenette al limite del fastidioso cliché.
Per chi vuole le storie sentimentali senza pretese e l’ironia graffiante della commedia italiana2.
Io aspetterò la seconda stagione… e voi cosa ne pensate? Meglio il film o la serie tv? E perchè?
Qui Sara Scrive, passo e chiudo!