Ho sempre considerato l’Italia come uno dei paesi più belli al mondo. Il Bel Paese è difatti reputato, e perciò molto apprezzato, come la culla della cultura, del bel canto, di un’invidiabile tradizione gastronomica e di molto altro ancora. Basti pensare al fatto che nel 2017 è stato il quinto paese più visitato al mondo, arrivando a contare circa 60 milioni di turisti internazionali, che attirati dalla patria di Dante, l’hanno scelta come meta turistica.
Vieni a ballare in Italia:
“È vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica
Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica
Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia s’accoppa chi sgobba
E chi non sgobba si compra la roba e si sfonda finché non ingombra la tomba
Vieni a ballare compare nei campi di pomodori
Dove la mafia schiavizza i lavoratori e se ti ribelli vai fuori
Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli
Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli
Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati di essere figli di emigrati
Mortificati, non ti rovineremo la gita”
Nel lontano 2008, il rapper italiano Caparezza pubblica una canzone intitolata “Vieni a ballare in Puglia”. Il brano, purtroppo frainteso da tanti, divenne una vera e propria hit estiva, ma se si mette da parte la base ballabile, che all’ascolto pare quasi essere allegra e ci si sofferma sulle parole, quello che si ascolta è tutt’altro che il testo di una semplice canzonetta per l’estate. “Vieni a ballare in Puglia” è infatti un’analisi critica dell’Italia dei giorni nostri e, molto probabilmente, anche degli anni a venire. Il cantante pugliese si sofferma sulla sua terra natale, ma è scontato che il contenuto del pezzo possa essere esteso a tutto lo stivale ed in particolare al Mezzogiorno.
Caparezza invita, dunque, il turista medio, che vive in una sorta di campana di vetro, a sollevare lo sguardo dagli spettacolari paesaggi naturali e dai dolci tipici della Puglia per osservare quello che realmente gli accade proprio sotto il naso: la morte sul lavoro, i veleni ambientali, l’alto tasso di disoccupazione…
Il ritornello della canzone è innegabilmente irresistibile e difficile da dimenticare. Ma è proprio questo l’obiettivo del rapper, ovvero, quello di trasmettere un’immagine, seppur negativa, indelebile della sua terra, affinché non vengano ignorati i problemi, che riguardano tutta l’Italia. Mi sembra palese, quindi, che al verbo “ballare” venga data una funzione antitetica: Caparezza canta sì di un ballo, ma non di uno qualsiasi, bensì quello della morte.
Continua poi:
“Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati
E ci siamo dimenticati d’essere figli di emigrati
Mortificati, non ti rovineremo la gita
Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita”
Caparezza ricorda ai suoi concittadini di non scordare mai da dove vengono, da dove scappano e soprattutto dove vanno a finire quelli che rimangono. Dietro queste parole si cela, quindi, la sempre attuale questione meridionale, locuzione atta a designare la disastrosa situazione economica, ancora presente nel Meridione rispetto alle altre regioni dell’Italia.
Quindi cari lettori e lettrici, vi invito caldamente a venire a “ballare” nella discarica di Chiaiano, dove gli argini di quest’ultima sono stati realizzati utilizzando rifiuti e terreno, rendendoli inadatti a contenere il percolato. Oppure a fare quattro salti a Bagnoli, dove l’azienda siderurgica Italsider è stata ed è tuttora causa di inquinamento per un territorio bellissimo. Potrei poi continuare citando la Terra dei Fuochi, o anche soltanto criticando la corruzione dilaniante del nostro paese, che mette, troppo spesso, le mani anche sull’edilizia pubblica e perciò i ponti crollano, i palazzi franano e la gente muore. Pardon, balla.
Qui Alessia Scrive, grazie per l’attenzione! Abbiate cura dell’Italia, perché siamo noi i primi turisti della nostra terra!